Gottfried Keller (1819 - 1890) è stato uno dei maggiori narratori e poeti svizzeri di lingua tedesca. In questa raccolta di tre lunghi racconti ci sono "Il fabbro della sua fortuna", "I tre giusti pettinai", "Il vessillo dei sette dritti", novelle ambientate in una stravagante e immaginaria città di provincia, raccontate con molta maestria, fra l' ironico e il satirico con personaggi sempre buffi e pronti al divertimento e non poco sbadati.
Nel primo racconto Hans Kabis cambia il suo nome in John Kabys per darsi un'aura imprenditoriale anglosassone . Ma la fortuna non arriva e, dopo qualche altro fallimento, John si ritrova in un angolo di Seldwyla, proprietario di un piccolo barbiere. Qui scopre un giorno che un suo vecchio cugino estremamente ricco vive ad Augusta. Ma per "inchiodare davvero la sua fortuna al muro" come pensa viene coinvolto con la giovane moglie del suo mecenate...
Il secondo racconto vede tre garzoni tedeschi finiti a Seldwyla. Tutti e tre ugualmente diligenti, ordinati e parsimoniosi, ognuno persegue un solo obiettivo: acquistare l'attività di pettini dal proprio padrone. Per fare questo, schiavizzano, salvano e alla fine corrono l'uno contro l'altro...Il racconto satirico vuole mostrare "che tre giusti non possono vivere a lungo sotto lo stesso tetto senza darsi per i capelli a vicenda".
Nella terza novella un gruppo di amici di sette artigiani e ristoratori zurighesi, tutti veterani combattenti per la libertà, decidono di festeggiare, e per la prima volta sotto la propria bandiera. I due portavoce dell'associazione, il ricco mastro falegname Frymann e il povero sarto Hediger, si trovano di conseguenza in guai seri: nessuno riesce a pensare alle parole giuste per salutare la millenaria assemblea. All'ultimo minuto salva tutto Karl, il figlio più giovane del sarto, con un discorso brioso e allegro che conquista in un batter d'occhio il cuore della folla. Ciò che lo ispira è il suo amore per Hermione, l'unica figlia del falegname. I due vorrebbero sposarsi, ma i padri sono contrari, i ricchi per interessi commerciali, i poveri per orgoglio.