Quello di esser «serio scherzando» è, per Placido, un ideale altissimo, irraggiungibile. «A scherzare ci provo sempre»,
egli dice. «Qualche volta ci riesco. Quanto ad essere seri, ci vuole più tempo per imparare».
Ecco allora le composizioni giocose, gli esercizi d'ironia, le invenzioni estemporanee di questo libretto.
Ecco le tre divertite variazioni sul tema:
1) il nostro autore improvvisa subito una sceneggiatura dai «Promessi Sposi» e sceglie con grande cura gli
attori. Sono italiani, persuasivi, riconoscibili, consumati quanto basta (e forse più): Andreotti, Cossiga, Craxı, De
Mita, Occhetto e tanti altri. Provate a immaginare che ruolo hanno.
2) Placido estrae poi dal cilindro documenti «quasi autentici sul caso dell'anno (e del secolo). Pensate, Pinocchio non vuol diventare un ragazzino perbene, ma vuol restare burattino. Cosa avranno mai da dire in proposito il Tribunale per i minorenni, il Pontificio Istituto Biblico
e la Commissione parlamentare d inchiesta appositamente costituita? Quale il peso nella vicenda di sociologi e pompieri? Di che tenore sarà il messaggio del Capo dello Stato?
3) Placido s'immagina infine di condurre una trasmissione televisiva su Orazio in un insolito studio: un treno intercity diretto a Potenza. Nella trasmissione - in cui si mescolano ironia e nostalgia, storia e poesia classica non mancano gli ospiti d'onore: Renzo Arbore, Michele
Placido.. E c'è una scenetta quella di Andreotti e Levi Montalcini che rincorrono il treno alla stazione di Napoli - ispirata forse alle comiche di Charlot.