Nei giorni dell'autunno del 1975, mentre la Spagna intera segue con trepidazione il susseguirsi dei bollettini medici che scandiscono l'agonia del generalissimo Francisco Franco, a San Esteban, piccolo villaggio della Mancha vicino a Toledo, un giovane sacrestano appena giunto in paese, don Alberto, ritrova, fuori dalla porta della chiesa il cadavere di una giovane donna nuda.
Si tratta di Clara, una ragazza madre anticonformista e spregiudicata, sospettata di far parte del clandestino Partito Comunista. Con l'aiuto del suo chierichetto Ricardo, compagno di classe di Mercedes, figlia dell'assassinata Clara, don Alberto darà vita a una sua indagine privata e dilettantesca, parallela a quella della Guardia Civil; e finirà per mettere a soqquadro il piccolo villaggio, smascherandone meschine ipocrisie e grandi orrori, ambiguità e vizi segreti.
L'”altra Spagna” era chiamata “ La città del diavolo ” per la dialettica di quei cardinali che contribuirono ad abbellire, se non ideare, l'immaginario della crociata franchista. Era il mese di Tutti i Santi, il mese della morte. Ma quel mese di novembre del 1975 fu più che mai “il mese della morte” per San Esteban, piccolo comune vicino a Toledo, situato a soli cinque chilometri dal capoluogo della Mancia, parte dei primi ampliamenti realizzati fuori dalle sue mura a partire da il XV secolo.
In questo modo, mentre dall'estero arrivano le notizie dell'assassinio di Pasolini e della Marcia Verde nel Sahara, l'omicidio di Clara assume lentamente i contorni di un sacrificio quasi rituale, una cerimonia espiatoria che vuole essere anche metafora di un'epoca che finisce e di un'altra (quella della Spagna di oggi) che comincia all'insegna di un mistero e di un'incognita.
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