Il russo Sergej Tret'jakov scrisse questo libro a nome di un intellettuale cinese, Teng Shih-hua, di cui fu professore all'Università di Pechino nel 1924-
1925. Questa «autobiografia scritta da un altro» o meglio «bio-intervista» comprende un momento decisivo della storia della Cina moderna: dalla preparazione della rivoluzione del 1911-12 alla temporanea sconfitta della rivoluzione nel 1927.
Ma il libro, oltre ad avere un impianto biografico e una prospettiva storiografica, ha una affascinante dimensione etnografica che lo rende una sorta di enciclopedia vivente della realtà cinese: il mondo familiare, scolastico, religioso e politico della Cina di quel tempo rivive attraverso un ricchissimo materiale che Tret'jakov conosceva per esperienza diretta e per studio approfondito. Il lettore è così introdotto nei più vari ambienti della vita quotidiana, osserva il comportamento e la mentalità degli abitanti della campagna, di una casa di proprietari terrieri, di un monastero buddista, di una scuola e poi scopre la grande e antica Pechino, in cui fermenta il rinnovamento rivoluzionario dell'intero paese.
II centro di questo mondo mobilissimo e variegato, visto non come realtà esotica ma dall'interno dei suoi impulsi segreti, è la figura delicata e virile del giovane intellettuale rivoluzionario Teng Shih-hua, che esce da una millenaria tradizione culturale per aprirsi a complesse, drammatiche esperienze di modernità.
Sergej Tret'jakov (1892 - 1937) è stato stato uno scrittore, drammaturgo e poeta costruttivista russo sovietico e corrispondente della Pravda.
Fu arrestato il 25 luglio 1937 e accusato di spionaggio . Era caduto in sospetto a causa dei suoi contatti con scrittori stranieri e perché gli atteggiamenti politici che aveva espresso negli anni '20 non erano più tollerati. Fu condannato a morte il 10 settembre 1937.