Questo testo medievale racconta la storia di un fiero cavaliere condannato in penitenza a riempire d'acqua una piccola botte con una sola delle sue lacrime, segno del suo vero pentimento. Solo una lacrima sfuggita al suo cuore indurito, segno di vero pentimento, riempirà il barile.
"Nello spazio di questo racconto edificante degli inizi del XIII secolo Il cavaliere e l´eremita (Le Chevalier au Barisel), si gioca in modo esemplare il conflitto di due modelli culturali irriducibili: da una parte il mondo del cavaliere - con i valori profani della forza, del linguaggio, del riso, della carne, della compagnia dei vassalli - dall´altro il mondo dell´eremita il recinto sacro della foresta, l´interiorità, la solitudine della preghiera. La sfida orgogliosa e beffarda del cavaliere, davanti all´impasse della penitenza irrealizzabile - il magico bariletto che non si lascia riempire e alla strana forza delle parole dell´antagonista. si risolve in una sconfitta e in una metamorfosi. Dal disordine della superbia nobiliare alla gloria divina e alle lacrime della contrizione: un «rito di passaggio» scandito, patetico e implacabile, nei tempi e nei luoghi di un´avventura cortese rovesciata" (dall'introduzione).